La bacchiatua si fa per le castagne, le mandorle, le noci e per le olive. Un tempo si faceva anche per le ghiande e le faggiole (frutto del faggio).
1.LA SPRANGA: un mezzo antichissimo, già in uso nella Grecia e nella Roma antiche, e probabilmente persino nell’antico Egitto, è tuttoggi utile e competitivo, a volte superiore, alle tecniche moderne. Naturalmente l’effetto di caduta è maggiore quanto più è inoltrata la maturazione dei frutti, e quindi l’epoca di raccolta.
2. MODO DI COLPIRE L’OLIVO: il gesto di prendere un bastone e colpire l’olivo perché cadano i frutti, è di per sé semplice, anzi, banale. Tuttavia, quanto più tale semplicità è consapevole di miglioramento, tanto più sarà efficace la battuta e tanto più sarà salvaguardato l’olivo, da possibili danni, che possono arrecare i colpi del bastone. Anzitutto è bene chiarire che il bastone non deve mirare a colpire le olive, ma piuttosto la frasca o il ramo che le sostiene: infatti scuotendo la frasca o il ramo, cadono a terra più frutti e non si danneggiano i medesimi (una bastonata può smezzare un’oliva, aumentando i rischi da cattiva conservazione di tutto il raccolto, prima della molitura). La potenza del colpo inoltre, è importante che sia sempre proporzionata alla caducità dei frutti: se questi cadono facilmente, basta un colpetto, e sono del tutto inutili, colpi più potenti.
La frustata, deve altresì essere sempre obliqua rispetto al ramo o alla branca dell’olivo, e deve essere mirata a far cadere il più alto numero di olive, senza danneggiare i rami e senza perdere troppo tempo a scegliere in quale parte della branca, è meglio sferrare la botta. Per operatori normali, cioè non mancini, è naturale che la maggioranza dei colpi tenda a concentrarsi da destra a sinistra; tuttavia, per risparmiare tempo, sono possibili anche colpi contrari, cioè da sinistra a destra, sebbene richiedono questi, più sforzo fisico.
3. LA SCATIZZATURA: la spranga bacchiatrice, permette poi la scatizzatura o scatizzamento delle olive: ciò è utile nelle parti più interne della pianta, dove male penetra il colpo ordinario dall’alto in basso e obliquo, e tuttavia vi sono quantità considerevoli di frutti. Scatizzare, significa dunque infilare la punta della spranga nella zona interna dove sono le olive, e poi energicamente scuotere giù e su. Qui è però importante la forma e il tipo di palo prescelto: deve essere unico e non biforcuto, preferibilmente di forma semicurva nella parte terminale, leggero, senza nodi che lo torcono, e elastico nel movimento: se è elastico, il movimento viene trasmesso dalle mani alla punta con maggiore rapidità ed efficacia ritmica e maggiore è in definitiva, l’effetto di raccolta; se è senza nodi e ritorti, è più difficile che si rompa, e dunque durando di più, farà risparmiare il tempo di sostituirlo; se è leggero fa durare meno fatica nel manovrarlo; se è semicurvo, il colpo tendenzialmente obliquo, è più efficace e meno traumatico per la pianta, perché tende a battere meglio la zona anziché il ramo. Infine, se il Palo è unico e non biforcuto, lo scuotimento è più effica ce e mirato nelle zone interne e fitte,
dove un solo palo può penetrare meglio di una forca o di un tricorno.
4. CALCOLARE I MOVIMENTI: è bene che l’operatore calcoli i suoi movimenti: presa una posizione, esaurisca tutti i colpi possibili prima di muoversi, onde passare alla successiva; così facendo, realizza auspicabile concordanza tra il suo movimento attorno all’olivo e l’efficacia del medesimo, si che in breve, terminato il primo giro, il grosso del raccolto è realizzato, e il secondo giro, sarà solo di recupero delle rimanenze, onde spesso, può essere anche il definitivo o ultimo.