Dizionario Moriconese - Italiano. Usi e Costumi

Dizionario (Pagina 4 di 89)

aluccu

1. allocco       s.m.
2. cuculo*  (fig. sinonimo) persona goffa e stupida “Mò, sta a ffà l’aluccu!” “Chi, quill’aluccu de Tizio? ”
* Anche se non è il medesimo animale, i due termini, figurativamente sono sinonimi. ♠ “”scortaru e nuci a l’aluccu, che ce ne tenea 365 pisilicchi” finirono anche le noci dell’allocco che ne aveva 365 misure (aveva perso un anno)

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amaru

amaro  agg.
amaro  (come liquore) s.m.
il diminutivo amarognolo in moriconese viene usato da qualche anno ma in verità si direbbe mmaréa
amaru come có  fele, amaro come il fiele; me pare che mmaréa, mi sembra un po’ amarognolo
un ducittu, un’amarittu: non zà de’ ncazzu, un dolcetto, un amaretto: non sa di nulla.

ammappalu

1. perbacco* 2. accipicchia

È un’interiezione usata, di solito, al posto di “ammazzalo” in senso bonario. Come dire” perbacco come sei bravo!” però si dice anche in modo negativo, quando si commette una scorrettezza, sempre in tono amichevole. Veramente il termine dovrebbe essere AMMAPPA.. con l’aggiunta del pronome LA, LE, LI, LU, TE, VE .
Infatti quando è impersonale si usa AMMAPPAÓH!

ammella

siliquastro   s.m. ( albero di Giuda) ♦ Cercis siliquastrum
Arbusto autoctono della macchia mediterrenea conosciuto come “Albero di Giuda” (Vedi Fig.); I fiori, anticamente, si mangiavano ed erano chiamati Pastenacici e davano anche uno dei nomi alla pianta

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ancinella

pensile    s.m.
Dal lat. uncus=uncino, àncora. Normalmente sono due anelli posti in linea ad una distanza di circa 3 metri, dentro ai quali è infilata una canna od una filagna, dove verranno appesi prodotti ad essiccare o a conservare (salcicce,
lonze, pomodori, peperoncini ecc. )
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apiólu

trivella (piccola)

L’apiólu era usato, principalmente per praticare un forellino nella botte per spillare il vino soprattutto per assaggio; il foro veniva, poi, richiuso con uno zeppo, se si prevedeva la continuità dell’uso, altrimenti vi si inseriva della canapa (stoppa) che all’occorrenza si toglieva con l’apiólu. C’erano delle regole di foratura:
1) quando si riempiva la botte con il mosto si praticava un forellino a circa 10 cm dall’apice, quando si intravedeva la goccia fuoriscire, si ostruiva il forellino e si procedeva alla riempitura completa con cautela.
2) Si praticava un forellino per spillare il vino, ad una altezza tale che, arrivati a togliere il liquido fino al quel punto, poi era ora di mutare il vino.
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appedi

1. in fondo            loc.avv.
2. in basso   3. a piedi*
♦ dal latino apud_pedem ( apud regge l’acc. e ap- raddoppia la p) appedem = vicino al piede (fondo)( pes-pedis vul dire anche [in] basso, [in] fondo). Attenzione, non è la fusione tra a +pedi ma tra apud+pedem * per scrivere a piedi si scrive a pedi ma nel parlato, siccome a si fonde col vocabolo diventa appedi. ♠ da capu appedi ‘ = dall’inizio alla fine
me l’hó fatta tutta a pedi! = l’ho fatta tutta a piedi!

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